LOADING...

Cibus Alius

La dieta LOW FODMAPs

22 02 2017 | Articolo di:

La sindrome del colon irritabile: una soluzione alimentare per gestire il gonfiore addominale

Incontro numerosi pazienti, tutti o quasi, accomunati dal fatto di soffrire cronicamente di disturbi gastrointestinali. Lamentano frequentemente pancia gonfia, problemi di meteorismo, bruciore di stomaco, formazione di gas, crampi addominali, alvo alterno (diarrea e/o all’opposto- stipsi persistente). Sensazioni generalizzate di disagio.

Un disagio che ha un considerevole impatto sulla qualità della vita generando un profondo stato di frustrazione e di umiliazione.

Loro, i miei pazienti, in ambulatorio ci arrivano così. Con l’idea che la terapia alimentare sia l’ultima spiaggia.

I sintomi sopramenzionati potrebbero essere associati ad una patologia nota come sindrome del colon irritabile (IBS).

 

La dieta LOW FODMAPs

Di cosa si tratta?

L’IBS è un disturbo funzionale gastrointestinale cronico e debilitante da cui, secondo le ricerche, si stima sia  affetto almeno il 10/20 % della popolazione in Europa negli Stati Uniti.

La fisiopatologia della sindrome del colon irritabile ad oggi non risulta chiarita, dal momento che la sua eziopatogenesi è multifattoriale, in cui giocano un ruolo senz’altro  fondamentale l’ereditarietà e l’ambiente.

In ogni caso, in letteratura scientifica, è stato dimostrato che esiste, senza ombra di dubbio, una componente piscosomatica: una complessa correlazione tra intestino e cervello.

Una condizione di stress psicologico può condizionare l’umore al punto da indurre uno stato di tensione dapprima mentale e poi fisico. Questo potrebbe tradursi poi, nella genesi di dolori e disconfort addominali, con alterazione nella motilità intestinale.

La Low FODMAP diet: cos’è?

In letteratura scientifica, più o meno recentemente, hanno cominciato a fare capolino studi che esaminano con maggiore rigore il ruolo delle sostanze alimentari che fermentano nel nostro intestino.

In particolare, si è indagato sul ruolo della dieta a basso contenuto di fodmap come trattamento terapeutico nutrizionale in alternativa a quello convenzionale per IBS.

Uno studio controllato non randomizzato (Staudacher HM et al, 2011- Comparison of symptom response following advice for a diet low in fermentable carbohydrates (FODMAPs) versus standard dietary advice in patients with irritable bowel syndrome) ha paragonato i sintomi dell’IBS durante le visite di controllo in pazienti che sono stati trattati con la dieta a basso contenuto di FODMAP a coloro che, invece, hanno seguito i consigli dietetici standard basati sulle linee guida NICE (National Institute for Health and Care Excellence).

Questo studio ha dimostrato che il 76 % dei pazienti, ai quali è stata prescritta la dieta a basso contenuto di FODMAP, ha mostrato un miglioramento complessivo dei sintomi in confronto al 54 % del gruppo che ha seguito i consigli dietetici standard.  Nello specifico, si è riscontrato un miglioramento nella formazione di gas (86% vs 49%), gonfiore (82% vs 49%) dolore addominale (85% vs 61%) e flautolenza (87% vs 50%).

Le evidenze dei dati suggeriscono, quindi, che una restrizione di Fodmap rappresenta un intervento dietoterapico notevolmente più efficace  nel ridurre la sintomatologia da colon irritabile rispetto alla dieta standard prescritta per IBS.

Per completezza di informazioni, altre evidenze scientifiche hanno successivamente confermato il successo terapeutico della dieta low fodmap nella gestione della sindrome del colon irritabile.

In un più recente studio randomizzato, controllato, incrociato condotto in Australia da Halmos et al, in circa il 70% dei pazienti affetti da IBS , si è confermata una riduzione globale della sintomatologia gastrointestinale. Lo studio aveva, come obiettivo primario, valutare gli effetti di una dieta a basso contenuto di fodmaps rispetto ad una dieta Australiana standard in pazienti con IBS .  (Gastroenterology, Halmos EP et al, 2014- A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome)

Cosa sono i FODMAPs?

Si tratta di molecole e composti contenuti in diversi alimenti.

L’acronimo FODMAP sta per “fermentable oligo, di-, mono-saccharides and polyols”, ossia “oligosaccaridi, disaccaridi e monosaccaridi fermentabili e polioli”.

Sono forme di carboidrati che, in soggetti predisposti, creano disturbi intestinali compatibili con la sindrome del colon irritabile. I carboidrati incriminati sono: lattosio, fruttosio, fruttani, galattani e polialcoli (ossia sorbitolo, mannitolo, maltitolo, xilitolo e isomalto).

Tali molecole vengono rapidamente fermentate dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas, causando la comparsa di crampi addominali, flautolenza, gonfiore e diarrea. La fermentazione dei cibi determina un accumulo di gas che, insieme a un contestuale maggior afflusso di acqua (si tratta cioè di molecole osmoticamente attive e che, quindi, richiamano acqua nel tratto intestinale) causa una distensione del lume intestinale, con l’inevitabile insorgenza di distensione e disconfort addominali.

Ma dove si trovano i Fodmaps?

Andiamo con ordine:

Oligosaccaridi:

Fruttani o frutto-oligosaccaridi(FOS)

I fruttani sono zuccheri a corta catena principalmente costituiti da molecole di fruttosio. Si trovano nei prodotti a base di cereali, come pasta, pane e pizza, ed in alcune verdure come carciofi, cipolla, cicoria, aglio, porro, topinambur. Esistono delle tabelle semplificative che riportano i cibi a basso, medio e alto contenuto di fruttani.

I Galattani o galatto-oligosaccaridi (GOS)

I GOS, a differenza dei fruttani, sono costituiti da catene di galattosio con molecole di fruttosio e glucosio nella posizione terminale. I più rappresentati nel cibo sono il rafinosio e lo stachiosio, che sono presenti nei legumi.  Sono loro i responsabili della fastidiosa produzione di gas. Non vengono allontanati con la cottura e non possono essere digeriti dal nostro intestino mancando di enzimi specifici.

Disaccaridi. L’unico di-saccaride contemplato nella categoria dei Fodmaps è il lattosio.

Digeriamo il lattosio grazie all’attività di alcuni enzimi chiamati lattasi che scindono il lattosio nei due zuccheri che lo formano, galattosio e glucosio. Gli enzimi deputati a quest’azione sono naturalmente presenti nella mucosa del nostro intestino al momento della nascita e questo ci consente di digerire il lattosio contenuto nel latte materno. Nel corso dello svezzamento si va incontro ad una riduzione fisiologica dell’attività della lattasi determinando un problema di malassorbimento del lattosio.

Se l’enzima lattasi non funziona il lattosio arriverà immodificato al colon, dove richiamerà acqua per effetto osmotico e verrà rapidamente fermentato dalla flora batterica intestinale. Darà luogo, quindi, a problemi di fermentazione, meteorismo e gonfiore, fino a scatenare veri e propri attacchi di dissenteria.

Il lattosio si trova in latte e derivati (eccetto alcuni formaggi stagionati come il Parmigiano), formaggi freschi, yogurt (ma parzialmente scisso), alimenti addittivati di lattosio (es. prosciutto cotto).

Tra i monosaccaridi troviamo il fruttosio. Dove si trova?

Principalmente nei succhi di frutta, frutta (in particolare pere, anguria, melone e frutta con nocciolo: pesche, albicocche, ciliegie), miele, alimenti contenenti zucchero: biscotti, marmellate, yogurt con zucchero, merendine.

Chi soffre di malassorbimento di fruttosio, non riesce a completare l’assorbimento del fruttosio prima che questo arrivi alle porzioni terminali dell’intestino.

I polioli sono alcoli derivati dallo zucchero, spesso aggiunti dall’industria alimentare come additivi. Il loro nome ha la desinenza in-olo: mannitolo, sorbitolo, maltitolo. Ad esempio lo xilitolo delle gomme da masticare è un poliolo.  Troviamo polioli nella frutta come mele e nella frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, pesche, prugne). Li troviamo in forma naturale in tutti i tipi di funghi e nei dolcificanti artificiali che terminano in -olo (es. sorbitolo, mannitolo, xilitolo).

Qui di seguito una tabella esplicativa del contenuto di fodmap negli alimenti:

Come funziona la dieta Low fodmaps?

Il protocollo low fodmap  prevede generalmente tre fasi:

La prima fase implica l’eliminazione completa di alimenti contenenti FODMAP per un periodo di 8 settimane sotto supervisione di uno specialista esperto nell’approccio della dieta a basso contenuto di FODMAP.

Prima di questa fase di esclusione, interagendo col clinico, è possibile effettuare dei breath test per verificare la presenza di un eventuale malassorbimento di fruttosio e lattosio. I risultati potrebbero rendere la dieta meno limitativa se i test confermano che il fruttosio e/o il lattosio contenuti nei FODMAP sono ben tollerati.  Trattandosi di una dieta di esclusione, deve essere seguita per un tempo strettamente necessario a testarne la sua efficacia sulla sintomatologia;

Segue una graduale fase di reintroduzione per testare il livello soggettivo di tolleranza a ogni categoria di Fodmaps. E’importante il controllo dietetico della sintomatologia attraverso l’utilizzo di un diario alimentare. Lo specialista andrà a rivalutare  la sintomatologia scatenata da un determinato alimento, identificandone la causa. A seconda dei sintomi verranno stabiliti le quantità appropriate per la reintroduzione degli alimenti contenenti i FODMAP.

Ultima fase è quella del mantenimento. Durante questa fase, si raggiunge pian piano una sorta di autogestione a lungo termine della sintomatologia attraverso l’assunzione di alimenti contenenti FODMAP fino al ripristino della tolleranza.

La dieta LOW FODMAPs

Ricordiamolo: l’approccio low fodmaps è supportato da basi scientifiche: non deve essere, dunque, associato e/o preceduto da inutili test di intolleranze alimentari. La maggior parte dei test che vengono propinati sono farlocchi, senza alcuna validazione in letteratura.  Potrebbero rivelarsi, piuttosto, una soluzione superflua oltre che meramente costosa. Torneremo su quest’argomento nei prossimi articoli.

Concludendo, mi preme precisare due aspetti:

Il primo è che sarebbe auspicabile che le fasi del protocollo dietoterapico siano strettamente monitorate da personale competente. Non si tratta di una dieta del momento. E’ un valido strumento terapeutico che non cura ma attenua la sintomatologia che caratterizza la IBS. Indispensabile il supporto dello specialista.

Il secondo aspetto riguarda la pericolosità di somministrare la dieta a soggetti sani senza che si abbia  consapevolezza del rischio a cui si va incontro.

La dieta low fodmap, laddove non sia necessaria, comporterebbe una compromissione della flora batterica intestinale con apporto eccessivamente ridotto di fibra .

Una diminuzione di fibra vorrebbe dire anche riduzione di materiale prebiotico. Evidenze scientifiche dimostrano come un adeguato apporto di fibra sia anche e soprattutto necessario per promuovere la crescita di una flora microbica benefica riducendo al minimo la possibilità che si generi una flora potenzialmente patogena. Questo meccanismo, pertanto, potrebbe avere effetti deleteri sulla salute.

Anna Locilento©Cibus alius

Credits|Links: Halmos EP, Power VA, Shepherd SJ, et al. A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2014; 146;67-75. Mansueto, A. Seidita, et al.; Role of FODMAPs in Patients With Irritable Bowel Syndrome: A Review. Nutrition in Clinical Practice: Volume XX, Number X, 2015. J. Shepherda, E. Halmosb and S. Glancec; The role of FODMAPs in irritable bowel syndrome. Curr Opin Clin Nutr Metab Care 2014, 17:605–609 P.R.Gibson, S.J.Shepherd – Evidence-based dietary management of functional gastrointestinal symptoms: the FODMAP approach, J Gastroenterol Hepatol. 2010 Feb;25(2):252-8 H.M.Staudacher, K.Whelan, P.M.Irving, M.C.Lomer – Comparison of symptom response following advice for a diet low in fermentable carbohydrates (FODMAPs) versus standard dietary advice in patients with irritable bowel syndrome, J Hum Nutr Diet. 2011 Oct;24(5):487-95 – Immagini: simonaoberhammer

Commenti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi